Per 5 anni, e più precisamente dal 1993 al 1997, ho svolto le funzioni di Pubblico Ministero Onorario presso la Procura del Tribunale di Arezzo. Nell’anno 2000, mi sono iscritto all’Elenco Speciale degli Avvocati ammessi al Patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione ed altre giurisdizioni superiori.
Ho maturato consolidata esperienza in infortuni gravi e morte sui luoghi di lavoro per violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro.
Difatti, dopo una approfondita conoscenza in tema di risarcimento danni in materia di infortunistica stradale e responsabilità medica e aver sviluppato contenuti diretti a tutelare la persona danneggiata sia in sede penale con la costituzione di parte civile, sia in sede civilistica con l’azione diretta e, laddove possibile, con l’azione contestuale in entrambe le sedi, mi sono imbattuto in un caso di infortunio mortale sul lavoro che mi ha fatto comprendere quanto fosse necessario essere competente in materia, vuoi per la particolarità e complessità della materia, vuoi perché la responsabilità del datore di lavoro per gli infortuni occorsi al lavoratore è governata da regole che derogano in parte ai principi generali in tema di responsabilità civile.
Ho preso coscienza di quanto fosse importante una difesa attiva del lavoratore o dei suoi familiari già in sede di indagini preliminari, a seguito dell’apertura di un procedimento penale, e quindi di supporto allo stesso pubblico ministero e, per esso, allo SPISAL (Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza Ambiente di Lavoro) nella loro veste di polizia giudiziaria, anche perché sovente si “dimentica” che la normativa impone al datore di adottare tutte le misure idonee, secondo le comuni tecniche di sicurezza, a preservare i lavoratori da qualsiasi nocumento alla salute, persino da parte di terzi estranei all’attività lavorativa.
Inoltre ho avuto consapevolezza dell’interesse dei danneggiati non solo di ottenere un giusto ed equo risarcimento del danno, ma altresì di ottenere giustizia anche in sede penale con la condanna dei responsabili dell’evento nefasto che spesso – grazie alla complessità della materia, agli stratagemmi dei responsabili, alla lungaggine della giustizia, e diciamolo anche, perché no, alla incompletezza a volte delle indagini - vanno esenti da responsabilità.
Ciò comporta la necessità di dedicarsi in maniera capillare alla materia, atteso che ci vuole tanta sapienza, di studio e di vita, per ottenere il giusto ristoro dentro una tragedia.
Ho così deciso di correre in soccorso degli sconfitti e non dei vincitori.
In particolare, presto assistenza e consulenza giudiziale e stragiudiziale, sia civile che penale, al lavoratore o ai familiari superstiti che, in conseguenza dell’evento nefasto, vogliono ottenere il risarcimento di tutti i danni materiali e psico-fisici subiti durante il normale svolgimento dell’attività lavorativa.